Sabato 29 gennaio, come ogni anno, il carnevale ha inizio con i tradizionali “Squacqualacchiun”, maschere che girano per il paese con dei bastoni causando un rumore cupo di campanacci disturbando i passanti con lazzi e gesti un pò “spinti”, rumoreggiando per i rioni del paese e scomparendo nei vicoli dello stesso.
La tradizione si rinnova ogni anno e il nome di questi uomini camuffati che si aggirano dentro Teora è lungo e senza un preciso significato; sembrerebbe un appellativo dato dalla gente per schernirli.
La tradizione si rinnova ogni anno e il nome di questi uomini camuffati che si aggirano dentro Teora è lungo e senza un preciso significato; sembrerebbe un appellativo dato dalla gente per schernirli.
Il termine “Squacqualacchiun” potrebbe infatti derivare dalla voce dialettale “squacquarat” che significa ‘trasandato’. La loro origine si ricollega ad usi pre-cristiani.
Gli “Squacqualacchiun” ricordano riti ripercorrenti la mitologia dei Baccanali oltre al culto di Dioniso o di altre divinità dei boschi. Essi rappresentano il vivere, un momento di ebbrezza, di gioia, di evasione, di libertà.
Queste figure antiche, primitive e grottesche si ripropongono nella “mascherata di Sant’Antuono” (17 gennaio) registrate ormai dalla memoria o dalla tradizione locale.
Nel bel mezzo del paese, gli “Squacqualacchiun” improvvisano una danza intorno a “lu pagliar” (falò) compiendo il loro rito magico.
Info: www.prolocoteora.it
Wikio
Gli “Squacqualacchiun” ricordano riti ripercorrenti la mitologia dei Baccanali oltre al culto di Dioniso o di altre divinità dei boschi. Essi rappresentano il vivere, un momento di ebbrezza, di gioia, di evasione, di libertà.
Queste figure antiche, primitive e grottesche si ripropongono nella “mascherata di Sant’Antuono” (17 gennaio) registrate ormai dalla memoria o dalla tradizione locale.
Loro costume, emblema del mondo del sotto sopra, è un sacco di tela con una giacca stinta e a rovescio e il loro viso è coperto da un cappuccio a guisa di maschera che lascia intravedere solo gli occhi.
Nel bel mezzo del paese, gli “Squacqualacchiun” improvvisano una danza intorno a “lu pagliar” (falò) compiendo il loro rito magico.
Info: www.prolocoteora.it
0 commenti:
Posta un commento